Un po per staccare dalla routine.
Un po per rilassarmi.
Un po per lavoro.
Un po per curiosita'.
Si, perche' Hans e suo papa' mi han parlato tanto della Colombia e in particolare di Villa de Leyva, dove vive Andrea.
Inziamo col freddo.
Si, in Colombia fa freddo.
Bogota', che e' la capitale, e' sita a 2600 metri sul livello del mare.
Tante' che uno dei motti della Colombia e' "2600 metri piu' vicini alle stelle".
Il freddo punge subito, sin dall'arrivo.
Eh si, io viaggio con abiti leggeri.
La sera e' freschetto. Ma quando ci fermiamo a Ventaquemada...
La sosta e' per ristoro, sgranchimento e rifocillamento.
Il locale e' all'aperto, ovvero non ha pareti, ha giusto qualche grata.
Fuori ci sono 11 gradi, 11 !
Il nostro respiro si vede!
Beh, la signorina ci mostra la collezione di carni, ben fredde all'essere esposte in bella vista.
Si viene acquolina e chiediamo un misto.
Ecco che ci servono una tipica fritanga:
Fritanga con Aji'
Pensate che invece della solita Coca Cola zero ho preso un caffe tinto, bello caldo, per accompagnare la cena!
Ripartiamo alla volta di Villa de Leyva, che dista circa 2 ore e mezza dalla capitale.
Arriviamo verso le 22. Osserviamo la piazza piena e diversa gente in strada.
Sono in festa, per la Virgen del Carmen, saranno 5 giorni di festa.
Nei giorni successivi osservo il paesino.
E' collocato in una vallata, a 2000 metri di quota.
Pochi alberi sulle montagne, freddo, pascoli, sembra di essere in Trentino, o cmq nelle prealpi.
Lo stile e' tipico di Villa de Leyva, con gli isolati che sono completamente chiusi.
I muri esterni sono bianchi, con eventualmente roccia alla base.
La sommita' dei muri di cinta e' coperto da piccoli tetti di tegole.
Le porte, i portoni, le finestre, sono verde scuro.
Dalle porte, quando sono aperte, si osserva la corte interna che ogni isolato (cuadra) ha dentro. Sono tipicamente i parcheggi delle varie abitazioni, ristoranti, negozi etc che si affacciano sulle vie.
Quindi da fuori appare tutto sostanzialmente uguale.
Solo entrando in questa o quella porta possiamo trovare un hotel, un ristorante, un nolo cavalli e via dicendo.
Le vie sono di ciotoli. Non sono vecchie, hanno meno di 50 anni.
Sono state fatte su decisione di un governatore, che ha impegnato manodopera di carcerati.
Sono scomode, sconnesse. Han il vantaggio di vedere auto e moto che vanno a passo d'uomo, davvero! Tante' che spesso ci si muove a piedi invece che prendere l'auto.
Qui qualche scorcio del paese.
La piazza piu' grande della Colombia, qui a festa per la Virgen del Carmen
vista dalla terrazza del bell'Hotel Plaza, gestito da Diana e Hugo.
un dettaglio di un cortile, di una "casona"
Un cortile con 9 tra ristoranti, gelaterie, bar etc.
L'accesso ad un cortile interno
Tra una casa e l'altra solo muri, senza finestre
Una via, che porta alla piazza del mercato
La casa di Andrea, unica con infissi blu, uno scandalo!
Il giovedi' non ne possiamo piu' di dormire poco a causa dei voladeros.
Sono simpatici vecchietti che non fanno altro in vita che lanciare fuochi d'artificio.
In occasione dei giorni di festa hanno totale liberta'.
E non avendo altro da fare, lanciano fuochi, a qualsiasi ora.
Bello lo spettacolo del mercoledi' sera.
Ma sentirli esplodere alle 3:40, alle 4:15, alle 4:43, alle 5:18, alle 5:55, alle 6:20 beh, non si dorme bene.
Cosi' riprendiamo le valigie e ce ne andiamo a Bogota'.
Prima pero' passiamo da La Calera.
La bottega delle empanadas, buonissime ed economiche.
Quella sera ne ha vendute 1500 !
Tiro dei fuochi, poso piu' alti delle case, da una piazzetta vicina.
30 minuti di fuochi, con il cielo illuminato a giorno.
La Calera e' un paese (ormai grande) che dista 13 Km da Bogota', ed e' separata dalla capitale da una piccola catena di monti.
E' un polmone per Bogota'. Molti dei lavoratori della capitale vivono qui.
Costa meno, ce' meno traffico, e alla fine in un'ora sono nella capitale.
Tanto vivere a Bogota' non ci si sposta in fretta.
La sosta a La Calera e' per vedere come va una piantagione di eucalipto.
All'ombra fa freddo, al sole si sta da dio.
La vista verso la valle e' piena di calma e silenzio.
Ci sono anche dei parapendii che scendono lievi.
La vista dalla finca, verso Sopo'
una panoramica da dentro la piantagione, sono tanti!
Nel pomeriggio arriviamo a Bogota'.
Alloggiamo allHotel Estelar La Fontana.
Wow! che Hotel. 250 stanze. Una struttura imponente, sembra un castello medioevale. Le facciate sono di mattoni faccia a vista. Qua e la' balconi che spuntano fuori, appesi.
Gli edifici sembrano rincorrersi. A piano terra porticati consentono di muoversi segna prendere acqua.
Alcune piazzette, che vedono il fiorista, il barbiere, un'agenzia immobiliare (hanno appartamenti in affitto)... e una chiesa.
Chiesa con campanile
Nei 5 giorni in capitale abbiamo visto tanti eventi.
Due matrimoni e diverse riunioni di aziende.
Il posto non manca.
Cura dei dettagli e cortesia notevole.
Peccato per il ristorante, appena sufficiente per qualita'.
Per fortuna L'Hotel e' vicino all'Unicentro, un megacentro commerciale, che annovera gia' 40 anni.
Qui abbiamo passato diverse ore.
Per farci i capelli, per comprare intimo, per cenare, per giocare a biliardo.
Per lavare i panni sporchi...
Insomma, una citta' nella citta'.
Il 20 Luglio e' festa nazionale, per l'indipendenza della Colombia dalla Spagna.
La Capitale e' quasi blindata, nel senso che ce' tanta sicurezza in giro.
Polizia ed esercito.
Da qualche parte nel centro storico ce' la sfilata militare, che osservo dalla tv del salone del barbiere.
Si, la citta' vive comunque, produce e consuma.
Anche la lavanderia e' aperta.
La signora e' davvero gentile.
Ci dice anche che e' il suo compleanno, ma nonostante la festa nazionale e personale ce' da lavorare.
Quando alle 17 andiamo a ritirare i vestiti restiamo colpiti.
Sono individualemente confezionati. Ovvero dentro a buste chiuse, trasparenti.
E le camice, piegate e attorno ad un cartone, come la camicie nuove!
Costo irrisorio. 70,000 Pesos per 4 camicie, 1 jeans, 6 mutande, 4 calze, 3 canotte. Ah, sono circa 26 dollari.
Chiediamo alla signora se almeno la sera festeggia con torta e regali.
Un po triste ma non troppo dice no, la aspetta il solito ritorno con il Transmilenio (una metro su ruote e su asfalto), senza auricolari, perche' il cane se li e' mangiati.
Come usciamo propongo ad Hans di farle un regalo, un paio di auricolari nuovi.
Li prendiamo al Falabella appena davanti.
30 minuti per entrare, salire, comprare, pagare.
Tanta gente, tanti acquisti.
Un gran bel sorriso e' il ringraziarci della signora.
Non crede al regalo.
Per noi i 32,000 pesos son nulla, e forse lo sa.
Ma il tempo e il gesto non hanno prezzo.
Auguri!
Nei giorni a Bogota' approfittiamo per vedere la citta', e i dintorni.
Passiamo anche da Chia. Dove Hans si ricordava di un ottimo ristorante specializzato in carne, ovvero Andres Carne de Res.
Beh, ricordava bene.
Aveva in mente un locale piccolo, con 20 tavoli.
Ora ne ha 400.
Un parcheggio ben organizzato, con anche una infermeria.
In occasione del 20 Luglio chiudono la strada che passa in mezzo al ristorante!
E' una sorta di Disneyland della carne.
Ma non solo.
Il menu' pare una rivista moderna, con stampa in stile WIRED.
Sono 80 pagine! E lo si puo' portare a casa.
Il signor Andres e' venduto parte del business ad investitori.
E' ancora lui a curare il negozio.
Ora i ristoranti Andres sono ovunque. Ogni centro commerciale ha il suo!
Un Impero della carne!
E il cibo e' ottimo.
Abbiamo preso una parrillada mixta.
10 tipi di carne, perfettamente cotte.
Pollo, salsiccia, costine, filetto, morsilla, gamberoni, sobrebarriga...
E questo e' il caffe':
Buono e servito bene!
Non tutto e' bello a Bogota'.
Come tutte le grandi citta' (parliamo di circa 9 milioni di anime) ci sono quartieri poveri e anche i poveri.
Qui due davanti ad un supermercato.
Fanno anche servizio di tenerti il cane mentre vai a far spesa.
Appena fuori scatto vendono dvd pirata, cd pirata, portafogli, occhiali... e nessuno dice loro nulla.
Poi rientraimo a Villa de Leyva.
Io mi concentro sul libro di Andrea, approfittando di averlo presente.
Hans deve sistemare alcune cose, come seguire la costruzione di una casa, qui in paese.
Molto simpatico (e utile) il fatto che l'ingegnere che segue i lavori faccia uso di un modello della casa.
Serve a lui ed ai suoi operai per capire come sara' la casa.
Casa intera, con entrata, che da sulla strada
Togliamo il primo piano per osservare il piano terra.
Giardino cieco sul retro.
Domenica rientriamo a Panama.
Non vedo l'ora di tornare dalla Tata!
E da Mof!
Ci siam sentiti tutti i giorni e Skype aiuta parecchio.
Ma essere a casa sara' piu' bello.
Quindi ho visto un paese nuovo, in fermento.
Anche la citta' di Tunja, che conta 1 milione di persone, ancora piu' fredda.
Il peso cosi' basso aiuta il turismo e gli investimenti stranieri (ha perso il 35% in pochi mesi e sta ancora calando).
Per fortuna per i Colombiani il costo della vista non cambia.
Si mangia con poco. La terra e le case costicchiano, ma non son proibitivi.
E fa freddo. Si. Anche io ho ceduto alla canotta e al copriletto!
Il caffe' colombiano?
Il migliore che abbiamo bevuto e' l'Illy!
Vi lascio con questa foto, dove due cuochi, a fine servizio, si mettono avanti e preparano...
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