venerdì 18 settembre 2015

Che figli di Puttana!

Comincio dal telefono che suona.
Sono cotto, ancora nelle braccia di Morfeo.
Automaticamente allungo la mano e blocco il tedio del suono, nella profonda oscurita' della notte.
Sento poi una vocina, che mi chiama "Enrico... Enrico...".

E' una telefonata, non una delle sveglie.
E' David, uno dei lavoratori del taller di ebanisteria.
Sono le 4:38.
"Acaban de avisarme que en el taller hay un incendio!".
L'adrenalina fa il suo sporco lavoro e sono up in un attimo.
Mi vesto e via, a prendere David e volare al taller.

All'incrocio ci precedono i pompieri, buon segno.
O no?

Arriviamo a El Limon, quasi piu' curiosi che altro.
Dopo la curva ecco che invece veniamo tirati nella realta'.
Il cielo e' illuminato di giallo, qualcosa sta andando a fuoco e non e' una cosa piccola.
Ci immettiamo nella strada del taller.
Lo spettacolo e' impietoso.
Fuoco, fuoco e fuoco.
Fiamme alte e minacciose che stanno gia' divorando legna ovunque.

appena arrivati, il lucchetto e' chiuso, fiamme nel taller e nel magazzino 1

Subito tentiamo di portare fuori il possibile. Le macchine piccole, portatili.
E i chimici, come vernici, diluente etc. Che non van molto daccordo con le fiamme.
Salviamo anche il pezzo di sopra della scrivania del mio ufficio.

la foto non rende l'idea, le fiamme di 8 metri, che lambiscono il fogliame del corotu'

I Pompieri si mettono al lavoro ma una sola cisterna non basta.
Dopo 20 minuti son senz'acqua e l'incendio e' praticamente uguale.
Se ne vanno per ricaricare.

Noi restiamo ad osservare.
Ancora rapiti dallo spettacolo incredibile di questo rogo.
Le tonnellate di teka accumulate nel magazzino 1, che hanno dai 6 agli 8 anni di stagionatura, bruciano che e' una bellezza. Le fiamme sono alte, corpose, sprigionano un calore impressionante.
Restare li' dall'albero, a 5 metri, e' impossibile, respirare aria cosi' calda non si puo'.

Mentre sentiamo le sirene dei pompieri che tornano, questa volta con due autopompe di scorta (arrivate da Las Tablas) ecco che David si accorge di fumo che sale dalla catasta sulla destra, a circa 20 metri dal magazzino 1.
Impossibile!
Eh no!
Osservando bene vediamo che ce' un innesco.
Hanno messo aserrin (oovero pula) e dato fuoco.
La miccia ha bruciato in parte.
Ma la legna non s'e' accesa, quella catasta e' di legna verde!
Abbiamo cosi' la conferma del dolo.
Abbiamo rimuginato 30 minuti sulle possibili cause e non ne trovavamo una possibile.

Il lavoro dei pompieri segue ininterrotto per due ore buone.
Alla fine saranno 10 i camion di acqua utilizzati.
Quando il vapore si sostituisce alla fiamma capiamo che l'incendio e' domato e in via di esaurimento.

Il sole comincia ad annunciarsi.

alla fine. dopo il lavoro dei pompieri

del magazzino resta solo un cumulo enorme di legna che arde

Desolante la vista del taller nudo, spoglio, solo vestito di grigio e nero.
Dove c'era legna ce' cenere.
Dove c'erano mobili in lavorazione non ce' nulla.
Dove c'erano macchine ci sono carcasse annerite.
Forse qualcosa si sara' salvato. Forse.
L'impianto elettrico e' una colata di plastica fusa.
I pompieri ci avvisano di aver trovato la rete di cinta tagliata, evidentemente da chi e' entrato nel taller.

Mi dicono anche che serve una retro, una ruspa.
Per smontare la catasta di teka ardente.
Nessuna quantita' di acqua potrebbe spegnere quel calore.
Serve aprire la catasta e disperderla.
Dopo mezzora ce' anche la ruspa.
I pompieri irrorano la ruspa e il conducente, il calore e' immane.
Per fortuna le ruote della ruspa resistono.
Un;ora e mezza di lavoro e carbone ardente spostato ovunque.

la ruspa e' intervenuta per disperdere la catasta di legna ardente

Manco fossimo negli USA arrivano quelli della criminalistica, una sorta di CSI.
Gli addetti alle indagini.
Pantaloni scuri, a sigaretta.
Camicia.
Tesserino appeso.
Scarpe di cuoio, con suola liscia.
Fanno domande, ascoltano, vedono.
Evidenziano due zone, dove ci sono due inneschi.
Uno l'avevamo visto, l'altro no.

La "criminalistica" evidenzia due spot di accensione

Passiamo il resto della mattina a depositare una dichiarazione e a seguire i dettami delle autorita'.
Alle 15 crollo nel letto.
Lo stress e la fatica mi vincono.
Quando mi riprendo so che da domani dobbiamo ricominciare.
Tra due settimane dobbiamo essere operativi, l'Hotel chiude e ci serve il taller in funzione.

Pare ci siano fondate certezze sull'autore.
Pare abbia pubblicamente minacciato una ritorsione contro Hans.
E due giorni dopo ecco l'incendio doloso.
Il mentecatto, il figlio di puttana, il derelitto umano.
Venne licenziato a fine luglio dall'Hotel, per ripetuti furti nelle stanze dei clienti.
Lasciato a casa e non denunciato.
Dopo due mesi, per via di aver ricevuto solo parte della liquidazione (la legge panamense lo consente, dico di pagare in piu' tranches) pensa di danneggiare Hans con un incendio.
Peccato che i danni siano di circa 250,000 dollari.
Andremo per vie legali, chiedendo come risarcimento ogni singolo osso della testa di cazzo.
Gente cosi' merita carcere e di perdere la chiave.
Se agisce cosi' e' perche' malato o fortemente deviato.
E' un pericolo per la comunita'.

Spero di non incontrarlo per strada.